Modellistica Integrata Taglio e Cucito

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Le Autrici ringraziano le Aziende che hanno inviato materiale tecnico e documentazione didattica per illustrare concretamente la realtà che circonda il settore tessile-abbigliamento. Lectra Italia S.p.A. - Milano Malavasi S.r.l. - Vigevano (PV) Medici Fabrizio - Modena Medici Stefano- Modena Ricamificio “Linea Erre” di Monteventi Sandra & C. S.n.c. Anzola nell’Emilia (BO) VI.BE.MAC. S.p.A. - S. Giovanni Lupatoto (VR)

Associazione Ambiente e Lavoro - Sesto San Giovanni (MI) Battarra Aurelio - Castelfranco Emilia (MO) Essetex Interni S.r.l. - Thiene (VI) Fanny di Cerchiari C. & C. S.n.c. - Nonantola (MO) Franchini Fulvio - Soliera (MO) Freudenberg S.p.A. Divisione Vilene - Milano Italvox Officine Meccaniche S.r.l. - Milano

Le Autrici intendono ringraziare anche le Aziende che, per motivi vari, non sono riuscite a contattare, e i Docenti e gli Allievi delle scuole professionali di Modena e Bologna.

Fashion designer: Ruxiang Dai Progetto grafico, fotolito e layout: Punto & Linea - Gorle (BG) Copertina: Punto & Linea - Gorle (BG) Stampa: Tecnoprint - Romano (BG) Con la collaborazione della Redazione e dei Consulenti della C.E.S.M. Per le citazioni delle fonti, per le riproduzioni varie inserite in quest’opera, nonché per eventuali non voluti errori e/o omissioni nei riferimenti o nelle attribuzioni all’interno del libro, l’editore è a disposizione degli accertati aventi esclusivo diritto. Il copyright delle iconografie e la proprietà dei marchi registrati citati nel testo, utilizzati ai soli fini didattici e a titolo esemplificativo, sono dei rispettivi proprietari in base alla normativa vigente.

Printed in Italy ISBN 978-88-8488-043-7 TUTTI I DIRITTI RISERVATI © 2005 Editrice San Marco S.r.l., Bergamo Ponteranica www.editricesanmarco.it - [email protected] È vietata la riproduzione anche parziale o a uso interno o didattico, con qualsiasi mezzo, non autorizzata dall’editore. I trasgressori saranno puniti a norma di legge. I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% del presente volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, comma 4, della Legge 22 aprile 1941, n. 633. Le riproduzioni ad uso differente da quello personale potranno avvenire, per un numero di pagine non superiore al 15% del presente volume, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, Corso di Porta Romana, 108 – 20122 Milano, e-mail: [email protected].

Ristampa 3

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2011

2012

2013

Questo volume è pubblicato in forma mista (cartacea + estensione on-line), conformemente a quanto disposto dall’attuale normativa sulle adozioni dei libri di testo. In estensione web, sono disponibili contributi aggiuntivi appositamente segnalati nell’indice. Per accedere a tale materiale didattico, è sufficiente collegarsi al sito web dell’editore www.editricesanmarco.it e, nella sezione Risorse on-line, selezionare la categoria Moda e Abbigl iam ento, quindi il titolo Modellistica integrata e fondamenti di confezione 2.

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L’

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opera, conforme agli obiettivi specifici di apprendimento, spiega, in modo chiaro, esemplificativo e con un linguaggio specifico, le competenze tecniche richieste a chi opera nel settore: analisi del

figurino, presa delle misure, costruzione del tracciato in carta, posizionatura sul tessuto, taglio, prova, sdifettamento e confezione, che sono la matrice di partenza dei “saperi” del settore tessile.

La novità è che l’opera proposta sconfina dagli ambiti tradizionali, trattati esaustivamente, per concorrere alla formazione di operatori con competenze integrate, richieste dall’industria del settore, sempre più informatizzata.

Per introdurre il futuro professionista in quello che sarà il suo ambito di lavoro, è stata scelta una meticolosa e approfondita metodologia che, partendo dalle basi propedeutiche, prevede per ogni tracciato proposto lo sketch o figurino di tendenza, il plat o figurino tecnico, la descrizione tecnica, i volumi e le misure occorrenti. La metodica usata per la costruzione dei tracciati è comunque utilizzabile sia in ambito sartoriale sia

teoria, utilizzata anche da antichi pittori e scultori, prevede che l’altezza di un corpo umano proporzionato sia divisibile in otto parti o Unità e che le varie “parti” siano in armonia fra di loro.

Per agevolare chi andrà ad operare in ambito industriale, è stata posta, accanto alla costruzione del tracciato, la “sagoma” del modello colorata, così come appare a chi si accinge a effettuare un piazzamento computerizzato. L’obiettivo dell’opera è quello di trasmettere competenze plurime riguardo sia le tecniche della modellistica, sia i processi della confezione aggiornati alla richiesta di mercato.

La conoscenza dei modelli base è il punto di partenza della trasformazione delle linee; di conseguenza, il modellista integrato deve essere abile nell’uso dell’archivio delle basi sulle quali operare le varie trasformazioni, nel riconoscere le parti di modello utilizzabili per più capi, nella prova dei capi, nella compilazione delle schede tecniche, nello sviluppo taglie. Deve sapere leggere il venduto per predisporre i piazzamenti adeguati, conoscere il parco macchine e attrezzature per scegliere il tipo di confezione conforme alla fascia di livello richiesta, nonché avere minime conoscenze di tempi e metodi per velocizzare i processi. Le competenze della lavorazione artigianale rimangono il punto di partenza, ma si sono trasformate ed evolute per sfociare nella modellistica integrata.

L’opera è ricca di esempi che descrivono le tipologie di lavoro artigianale e industriale, nonché di schede di lavoro per valutare le competenze acquisite. Il primo volume è completato da un utile glossario corredato di illustrazioni esemplificative a colori, il secondo da una panoramica sul ricamo a mano e a macchina.

Le autrici ringraziano coloro che hanno collaborato alla stesura di quest’opera. Un particolare ringraziamento va a Ruxiang Dai per la preziosa collaborazione nell’ideazione e realizzazione delle immagini stilistiche presenti nel testo. Le autrici rimangono a disposizione e saranno grate ai colleghi che vorranno indicare eventuali inesattezze, precisazioni o possibili miglioramenti allo scopo di mantenere costantemente valida e aggiornata l'intera opera.

Presentazione

in ambito industriale più o meno informatizzato, poiché si basa sull’uso dell’Unità Antropometrica. Tale

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L’opera completa di MODELLISTICA INTEGRATA E FONDAMENTI DI CONFEZIONE comprende:

Volume 1 Modulo 1 - Propedeutico Modulo 2 - Le gonne Modulo 3 - I pantaloni Modulo 4 - La confezione sartoriale Modulo 5 - L’industrializzazione del modello Modulo 6 - Lo sviluppo taglie Modulo 7 - Il piazzamento Modulo 8 - La stesura Modulo 9 - La confezione industriale Modulo 10 - Lessico illustrato delle forme dell’abbigliamento esterno

4

Volume 2 Modulo 1 - Propedeutico Modulo 2 - Il corpino a sacco Modulo 3 - Il corpino anatomico Modulo 4 - Il capo tecnico Modulo 5 - Gli interni del capo Modulo 6 - La giacca Modulo 7 - Il cappotto Modulo 8 - Lo sdifettamento dei corpini Modulo 9 - Lo sviluppo taglie con cenni sulle taglie calibrate Modulo 10 - L’ordine di taglio Modulo 11 - Cenni su tempi e metodi Modulo 12 - I cicli base della confezione Modulo 13 - I particolari standard dell’abbigliamento: costruzione e confezione Modulo 14 - Il ricamo Modulo 15 - La sicurezza sul lavoro

00_Indice_005a008:00_Indice

MODU LO1

1.5 1.6 1.7 1.8 1.9 1.10 1.11 1.12 1.13 Web Web

IlF corpino ibrea sacco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .29

Filatanatomico Il corpino

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .67

Il corpino anatomico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .68 Controlli del tracciato base . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .71 Analogie e differenze tra corpino a sacco e anatomico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .74 Il trasporto della ripresa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .76 Il bustino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .80 Corpino con spalla chimonata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .86 Abito asimmetrico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .92 Capi di tendenza con corpini anatomici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .98 Book: File 03_01 – Abito con scollo a imbuto Book: File 03_02 – Maglietta con nodo sul davanti

MODU LO4

4.1 4.2 4.3 4.4 4.5 4.6

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9

Corpino a sacco (v.v. 2°) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .30 Tunica (v.v. 3°) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .36 Camicia di linea maschile (v.v. 5°) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .42 Le forme più importanti della camiceria maschile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .50 Book: File 02_01 – Gli elementi della camicia di qualità Camice (v.v. 6°) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .52 Capi di tendenza con corpino a sacco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .60 Book: File 02_02 – Scheda di verifica

MODU LO3

3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 3.6 3.7 3.8 Web Web

Pagina 5

Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10 Conoscenze acquisite . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .12 L’antropometria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .12 Tavola antropometrica della figura femminile suddivisa in otto Unità Antropometriche (U.A.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .13 Presa delle misure . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .14 Taglie e tabelle misure nel sistema industriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .17 Misure dirette e indirette o proporzionali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18 Tabella generale misure proporzionali (a scalare) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .20 La vestibilità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .21 Suddivisione dei gradi di vestibilità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .22 Tabella dei gradi di vestibilità da applicare ai settori di larghezza . . . . . . . . . . . . . . . . .23 Esempio grafico di suddivisione di +1° di vestibilità (+1 cm) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .23 Esempio grafico di suddivisione di +5° di vestibilità (+5 cm) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .24 Book: File 01_01 – Taglie e misure dell’abbigliamento Book: File 01_02 – Scheda di verifica

MODU LO2

2.1 2.2 2.3 2.4 Web 2.5 2.6 Web

Propedeutico Propedeutico

17:29

IlIntrecci capo tecnico

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .105

Perché “capo tecnico” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .106 Forme classiche e forme nuove . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .107 I particolari che fanno il capo tecnico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .108 I trattamenti su capo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .110 Il cartamodello corretto per un capo da trattare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .111 Giubbino in denim . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .112

Indice

1.1 1.2 1.3 1.4

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5

00_Indice_005a008:00_Indice

4.7 4.8 4.9

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Gli interni del capo

Indice

6

La giacca

Il cappotto

Lo sdifettamento dei corpini

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .191

Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .192 I difetti di modello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .194 Difetti di conformazione della persona . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .201 Difetti di portamento della persona . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .202 Difetti di produzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .204 Book: File 08_01 – Difetti e soluzioni

MODU LO9

9.1 9.2 9.3

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .175

Dietro e davanti del cappotto a sacco con ripresa ascellare v.v. 6° . . . . . . . . . . . . . . .176 Cappotto a sacco con cappuccio v.v. 6° . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .178 Redingote v.v. 3° . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .180 Le forme più importanti dei cappotti e la loro denominazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . .184 Cappotti di tendenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .185

MODU LO8

8.1 8.2 8.3 8.4 8.5 Web

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .147

Giacca base v.v. 0 (zero) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .148 Giacca di linea maschile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .154 Le fettucce di sostegno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .156 I tracciati dei rinforzi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .158 Il tracciato della fodera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .160 Giacca classica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .162 Spencer . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .164 Giacchino elegante . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .166 Le forme più importanti delle giacche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .168 Giacche di tendenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .169

MODU LO7

7.1 7.2 7.3 7.4 7.5

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .135

Definizione e classificazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .136 Le fodere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .136 I rinforzi o interfodere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .139 Book: File 05_01 – Studio degli interni di un cappottino Denominazione commerciale degli interni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .141 Le fettucce . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .142 Book: File 05_02 – Scheda di verifica

MODU LO6

6.1 6.2 6.3 6.4 6.5 6.6 6.7 6.8 6.9 6.10

Pagina 6

Chiodo in ecopelle . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .118 Caban nautico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .125 Capi di tendenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .130

MODU LO5

5.1 5.2 5.3 Web 5.4 5.5 Web

17:29

Lo sviluppo taglie con cenni sulle taglie calibrate . . . . . . . . . . . . . . . . . .211

I sistemi di sviluppo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .212 Il sistema scalare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .212 Il sistema calibrato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .214

00_Indice_005a008:00_Indice

17:29

Pagina 7

Il sistema semicalibrato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .216 Attribuzione delle aliquote nel sistema scalare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .218 Metodi di sviluppo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .220 Book: File 09_01 – Controlli dopo lo sviluppo taglie Sviluppo del corpino anatomico col sistema scalare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .222 Esempio di sviluppi particolari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .226 Esempio di sviluppo con sistema semicalibrato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .228 Sviluppo della camicia con il sistema scalare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .230 Book: File 09_02 – Manichini per le diverse conformazioni Book: File 09_03 – La norma EN 13402

MOD U LO1 0

L’ordine di taglio

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .241

10.1 I sistemi di vendita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .242 10.2 Tipologia di piazzamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .243 10.3 Esempio di venduto e possibili piazzamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .244 10.4 Il piazzamento in continuo e la stesura a gradini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .246 10.5 Il calcolo del tessuto occorrente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .247 10.6 Tessuti particolari e vincoli ai fini del taglio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .248 Web Book: File 10_01 – Operare con tessuti dai ricami particolari 10.7 Il jersey . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .248 10.8 Gli elasticizzati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .252 10.9 Lo scozzese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .252 10.10 I tessuti rigati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .255 10.11 I tessuti imbottiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .255 10.12 I tessuti scivolosi e i plastificati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .256 10.13 Il velluto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .256 10.14 I tessuti a bordi laterali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .257 10.15 I tessuti a pannelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .258 10.16 La numerazione del tagliato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .259 10.17 La formazione dei pacchi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .260 Web Book: File 10_02 – Scheda di verifica

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Propedeutico Cenni su tempi e metodi

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .269

11.1 La contestazione dello studio di “tempi e metodi” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .270 11.2 Il percorso storico dell’Organizzazione Scientifica del Lavoro (OSL) . . . . . . . . . . . . . . .271 11.3 Le tendenze attuali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .273 11.4 Il “giusto” tempo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .274 Web Book: File 11_01 – Archiviare gli accessori utilizzati 11.5 I simboli del settore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .276 11.6 Il preventivo dei tempi di lavorazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .278 11.7 I metodi di lavoro suggeriti nel testo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .279 Web Book: File 11_02 – Scheda di verifica

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I cicli base della confezione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .281

12.1 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .282 12.2 Esempio di ciclo di confezione di una camicia proveniente dall’azienda A . . . . . . . . .283 12.3 Esempio di ciclo completo per la confezione di una camicia proveniente dall’azienda B . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .286

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9.4 9.5 9.6 Web 9.7 9.8 9.9 9.10 Web Web

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12.4 Ciclo base per la confezione sartoriale di serie di una giacca femminile . . . . . . . . . . .294 Web Book: File 12_01 – Il “girapantaloni”

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13.1 13.2 13.3 13.4 13.5 13.6 13.7 Web

Indice

. .299

I particolari standardizzabili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .300 Le allacciature (AL) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .301 I colletti (CO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .311 Le maniche (MA) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .324 I polsi (PO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .329 Gli sparati (SP) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .333 Le tasche (TA) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .335 Book: File 13_01 – Scheda di verifica

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I particolari standard dell’abbigliamento: costruzione e confezione

Il ricamo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .343

14.1 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .344 14.2 I punti del ricamo a mano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .345 14.3 I punti a fili contati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .345 14.4 I punti sfilati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .348 14.5 I punti fantasia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .350 14.6 Il ricamo ad applicazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .354 Web Book: File 14_01 – Materiali di sostegno usati dai ricamatori 14.7 Il ricamo nella scuola: un vero incentivo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .356 Web Book: File 14_02 – L’esperienza nei capi da ricamare Web Book: File 14_03 – Posizione insolita per un logo da ricamare 14.8 Il ricamo a macchina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .358 14.9 Il ricamo manuale eseguito a macchina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .360 14.10 Il ricamo industriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .362 Web Book: File 14_04 – Il ciclo del ricamo industriale Web Book: File 14_05 – Nuovi ricami industriali Web Book: File 14_06 – Scheda di verifica

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15.1 15.2 Web 15.3 15.4 15.5 15.6 Web

La sicurezza sul lavoro

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .371

La normativa vigente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .372 Sicurezza: diritti e doveri dei lavoratori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .373 Book: File 15_01 – Dispositivi di protezione individuali Etichettatura delle sostanze pericolose . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .375 La sicurezza nel settore tessile-abbigliamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .376 Classificazione dei mezzi personali di protezione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .379 “Il filo della vita” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .380 Book: File 15_02 – Scheda di verifica

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Obiettivo generale

Obiettivi intermedi 1 - Approfondire lo studio proporzionale del corpo umano 2 - Applicare le formule più importanti inerenti le proporzioni 3 - Riuscire a ricavare l’unità di misura da applicare nei diversi gradi di vestibilità 4 - Applicare correttamente i gradi di vestibilità ai diversi settori di un tracciato

Metodo Esposizione tradizionale. Consultazione delle tabelle misure. Consultazione e applicazione dei diversi gradi di vestibilità.

Propedeutico

Fornire i presupposti utili alla futura costruzione di tracciati inerenti la parte superiore del corpo.

Materiali e strumenti occorrenti Comuni strumenti scolastici.

Schede di lavoro e/o verifiche 1.1 1.2 1.3 1.4

Ricerca dei livelli in soggetti con altezze diverse Suddivisione di +3° (gradi) di vestibilità Definizione delle formule che regolano le proporzioni Sintesi del modulo propedeutico

Propedeutico

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Introduzione

Prima di procedere alla trattazione dei contenuti specifici del settore, si ritiene opportuno proporre, in questo paragrafo, due letture che possono rappresentare motivo di riflessione e/o approfondimento. La prima è rivolta al passato e tratta delle radici della professione; la seconda è rivolta al presente e al futuro, poiché riguarda il made in Italy e la vendita on line.

LE RADICI DELLA PROFESSIONE

Siamo negli Stati Uniti, nel 1920 circa. Un gruppo di ebrei, con il fiuto per gli affari, si rende conto che gli americani “consumano molti vestiti” e che uno dei loro problemi è quello di trovare il tempo per andare dal sarto a farseli confezionare. Per superare il problema, occorre “farglieli trovare pronti”, fatti in modo tale che possano “vestire con agio”, e confezionati con tessuti che incontrino i gusti del momento. La risposta è la nascita di grandi sartorie che preconfezionano abiti nelle taglie corrispondenti al maggior numero di persone. Per concretizzare il progetto, occorrono persone capaci di preparare il cartamodello, nelle varie taglie, sulla base delle esperienze maturate. La risposta a questo fabbisogno è individuata negli italiani, gente di buon gusto che ha già dato vita a veri capolavori d’arte. Alcuni sarti sono già immigrati e altri sono reperiti direttamente in Italia. Le grandi sartorie diventano aziende sempre più imponenti, gli affari crescono, e tutto questo per merito dei “modellisti italiani”. Questi nostri connazionali devono superare non pochi problemi, ai quali trovano brillanti soluzioni. A loro dobbiamo: 10

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-

le regole per costruire un modello; le regole di sviluppo delle taglie; lo studio delle conformazioni; lo studio delle stature; le modalità di scelta dei tessuti da proporre ai clienti; le procedure per la preparazione di una collezione; i sistemi di organizzazione della confezione; l’ideazione di supporti da applicare alle macchine da cucire; la creazione di supporti per migliorare lo stiro; la definizione dei primi standard qualitativi.

Questi modellisti prima maniera fanno di tutto: non esistono, infatti, gli stilisti. Essi vengono denominati “designer”. La forza dei saperi è nelle loro mani e nelle loro capacità. Grazie a questo, essi guadagnano grande rispetto e fama in tutto il settore. Verso gli anni Cinquanta, alcuni designer tornano in Italia, chiamati da quegli imprenditori italiani che per primi vogliono industrializzare le sartorie del nostro Paese. L’imprenditore italiano non si limita a “lasciarli lavorare” come era successo negli Stati Uniti, ma vuole sapere, imparare e provare nuovi metodi per commercializzare. Nascono così nuove figure come lo “stilista” e “l’uomo prodotto” che, in un primo momento, entrano in conflitto col modellista, togliendogli potere. Attualmente, questa figura professionale, pur ridimensionata, ha un alto rilievo nell’organigramma aziendale. Dispone del mondo dell’informatica per la creazione del modello, per lo sviluppo taglie e per i piazzamenti. Tutto sembra così semplificato da rasentare il banale, ma la validità del modellista consiste nella speciale capacità di trovare i punti giusti del tracciato e di unirli in modo talmente personale da riuscire a vestire tante persone con armonia ed equilibrio. Liberamente tratto da un articolo di Luigi Proietti apparso sulla rivista “Tecnica della Confezione”.

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IL MADE IN ITALY E LA VENDITA ON LINE

Il made in Italy sta vivendo un momento glorioso. Tante forze hanno contribuito alla creazione di questa situazione e altrettante dovranno essere adoperate affinché il sistema possa permanere il più a lungo possibile.

Ago, filo e capacità sono i valori preminenti di Napoli come capitale del sartoriale.

Ogni mansione all’interno di questo fenomeno, se svolta con la dovuta professionalità, e quindi anche quella del modellista integrato, dovrà essere in grado di mantenere i livelli raggiunti. In Italia, in due zone geografiche distanti l’una dall’altra, permangono due realtà assai diversificate: sono il sartoriale, che ha la sua capitale a Napoli, e l’industrializzato, che ha il suo centro principale a Milano. Apparentemente lontane, e non solo geograficamente, le due realtà stanno contribuendo a consolidare la diffusione della moda italiana nel mondo. Tutto è scaturito sicuramente dalla sapienza sartoriale, ma è sicuramente alle capacità industrializzate che deve l’attuale diffusione. Ultimamente, inoltre, si è registrato un vero e proprio gemellaggio professionale tra queste due realtà.

Computer e capacità sono i valori preminenti di Milano come capitale dell’industrializzato.

11

I due fenomeni, non potevano rimanere a lungo dissociati. Le radici comuni, infatti, stanno portando a realizzare l’industrializzato su misura per una vendita on line in continua crescita. Saranno, infatti, le capacità di realizzare un capo sartoriale, cioè su misura dell’acquirente, in tempi brevi, utilizzando sistemi industrializzati e informatizzati, a decretare il successo nelle vendite con i nuovi mezzi di comunicazione. Il fenomeno delle vendite tramite Internet non è solo italiano, essendo anzi maggiormente sviluppato in altri Paesi, ma la fama dei “capaci” dal punto di vista creativo e tecnico è ancora molto legata agli stilisti, ai modellisti e ai tecnici italiani. Infatti, sta riemergendo un vecchio fenomeno: la ricerca di personale italiano, con elevate capacità professionali, da esportare nei vari Paesi del mondo.

Estratto di ricerca di personale apparsa in un mensile del settore.

Prestigiosa fabbrica di abbigliamento maschile cerca tecnico che possa assumere la posizione di: direttore tecnico di qualità. È necessario avere solida conoscenza di modellatura, taglio e cucito, e anche essere in grado di comunicare in inglese . Questo impiego ha base nell’Ontario (Canada) e il candidato prescelto avrà possibilità di carriera.

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Conoscenze acquisite

Nel volume in oggetto, si presume che l’utilizzatore possieda conoscenze sufficienti inerenti: il profilo professionale; i materiali e gli strumenti di lavoro occorrenti; il corpo umano; le modalità di presa delle misure; il concetto di taglia e di tabelle misure; la differenza fra un figurino di tendenza e un plat; la forma delle linee. Per agevolare comunque il lavoro di chi si appresta a utilizzare questo testo, si riportano alcuni argomenti ritenuti fondamentali, trattati nel primo volume, che riguardano: l’antropometria; la tavola antropometrica del corpo femminile suddiviso in otto U.A. (unità antropometriche); la presa delle misure; la visione grafica delle misure di circonferenza e dei livelli; taglie e tabelle misure nel sistema industriale; tabella misure anatomiche standard a scalare per il normotipo proporzionato italiano di sesso femminile; la vestibilità.

1.3

12

L’antropometria

L’antropometria è la scienza che studia e misura il corpo umano, le sue parti e le sue funzioni. Lo studio per ottenere una dimensione armonica di ciò che si costruisce è presente in molte civiltà del passato e parte dallo studio delle armonie presenti nel mondo minerale, e animale, compreso l’essere umano. Dagli studi effettuati, si è compreso, ad esempio, che per ottenere un rettangolo armonioso, e quindi con proporzione divina o sezione aurea, il lato maggiore deve essere moltiplicato per 1,618 che è considerato il numero d’oro. Questa proporzione è presente nelle grandi opere architettoniche del passato, ma anche in oggetti attuali d’uso molto comune, quali carte di credito, carte telefoniche, musicassette, carte SIM dei cellulari. L’“Uomo vitruviano”, il famoso disegno di Leonardo da Vinci, rappresenta il codice delle proporzioni umane così come delineato dall’architetto romano Vitruvio, vissuto nel I secolo a.C. Leonardo, inscrivendo il corpo umano al tempo stesso in un cerchio e in un quadrato, entrambi con centro nell’ombelico, fornisce la visione dell’armonia delle proporzioni. Tenendo come punto fermo l’ombelico, e quindi la linea della vita, si può notare che la sezione superiore di un corpo adulto e proporzionato, è divisibile in tre parti, delle quali una è costituita dalla testa, mentre quella inferiore è divisile in cinque parti, tutte di eguale entità. Pertanto, l’altezza totale di ogni individuo adulto e proporzionato risulta essere composto di otto parti. Ognuna di queste parti è denominata unità antropometrica, e indicata con la sigla U.A. Tutto questo fa comprendere come nella costruzione dei tracciati si faccia spesso ricorso a misure proporzionali.

Rettangoli con sezione aurea, o misure d’oro. Il rapporto fra i due lati è di 1:1,618.

Carte di credito e carte telefoniche presentano, generalmente, misure auree.

Il celebre “Uomo vitruviano” (1490 circa) di Leonardo (Gallerie dell’Accademia, Venezia). L’immagine di Leonardo può essere divisa in otto parti uguali o unità antropometriche (U.A.).

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Tavola antropometrica della figura femminile suddivisa in otto unità antropometriche (U.A.)

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Presa delle misure

Prendere le misure significa utilizzare un metro a nastro che è fatto aderire al corpo umano in determinate zone per rilevare le entità. È un’operazione indispensabile nella tipologia di lavoro artigianale, che consiste nel realizzare tracciati “su misura”. Nelle aziende è sostituita da tabelle con misure standardizzate.

Presa di una misura di larghezza (semicirconferenza torace).

L’ideale è rilevare le misure in posizione eretta e a piedi uniti, e soprattutto a corpo nudo o poco vestito per evitare di falsarle. Le misure del corpo umano, così come sono rilevate con il metro, sono denominate anatomiche. Le misure di larghezza sono rappresentate da circonferenze, spesso indicate come semicirconferenze (per metà), poiché il tracciato si realizza solo per metà per due precisi motivi: 1) la parte destra del corpo è intesa simmetrica e identica a quella sinistra; 2) quando un capo è realizzato e appoggiato ad un piano, diventa piatto, può essere sia misurato facilmente sia confrontato con le misure anatomiche della persona. Le misure di lunghezza sono indicate per intero. 14

Sia per le circonferenze sia per le lunghezze, le misure sono espresse in centimetri.

Presa di una misura di lunghezza (lunghezza manica).

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1 - MISURE DI CIRCONFERENZA

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2 - MISURE DI LUNGHEZZA O LIVELLI

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Taglie e tabelle misure nel sistema industriale

Per l’industria della confezione italiana, per taglia s’intende la misura anatomica, espressa in centimetri, della semicirconferenza torace. La taglia base, dalla quale dipendono tutte le altre, è la 42, che corrisponde ad una circonferenza torace di 84 cm (cm 84:2 = cm 42 = taglia). Ogni taglia superiore, presenta un aumento progressivo di cm 2. La corretta definizione delle misure corrispondenti ad ogni altra taglia, ovvero la stesura di una tabella misure generale, costituisce un problema complesso e oggetto di continui aggiornamenti. L’industria italiana dell’abbigliamento adotta, generalmente, i seguenti criteri standard per le circonferenze.

Semicirconferenza torace Semicirconferenza torace Semicirconferenza torace Semicirconferenza torace

TAGLIA + cm 3 – cm 8* + cm 5

semicirconferenza seno semicirconferenza vita semicirconferenza bacino

* La differenza in centimetri fra semitorace e semivita è denominata DROP (sigla americana). Per la figura femminile, è ritenuta regolare una differenza pari a 8 cm (DROP 8). Per definire le misure d’altezza, ci si avvale spesso di lettere. Infatti, una consonante maiuscola posta accanto alla taglia indica un’altezza diversa. Partendo dalla lettera A, che corrisponde ad una statura di 153 cm, si passa alle lettere successive, aumentando progressivamente di 5 cm l’altezza di riferimento, come indicato dalla tabella sottostante. Taglia o semitorace in cm 40

42

44

46

Statura in cm

Classe

153

A

158

B

163

C

168

D

153

A

158

B

163

C

168

D

173

E

153

A

158

B

163

C

168

D

173

E

178

F

183

G

153

A

158

B

163

C

168

D

173

E

178

F

17

Con uno scanner tridimensionale è possibile rilevare tutte le misure del cliente in 15 secondi, per poter procedere alla realizzazione del capo industrializzato su misura. (Foto: Lectra Italia S.p.A., Milano).

Il normotipo femminile italiano della taglia 42 (taglia utilizzata nell’industria della confezione per la realizzazione dei prototipi) è ritenuto alto 168 cm e classificato con la lettera D.

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Misure dirette e indirette o proporzionali

Le misure dirette sono le misure prese direttamente sulla persona. Le misure indirette sono ottenute dalle misure dirette tramite formule proporzionali.

Misure dirette rapportate alla taglia 42 di un normotipo femminile di classe D Semicirconferenza torace

42 cm TAGLIA

Statura

168 cm

Principali misure indirette derivate proporzionalmente dalla taglia

18

Taglia + 3 cm (42 + 3) =

45 cm

Semicirconferenza torace sul seno

Taglia – 8 cm (42 – 8) =

34 cm

Semicirconferenza vita

Taglia + 5 cm (42 + 5) =

47 cm

Semicirconferenza bacino

Taglia

Semicirconferenza torace

Taglia + cm 3

Taglia – cm 8

Semicirconferenza torace sul seno

Semicirconferenza vita

Taglia + cm 5

Semicirconferenza bacino